PRESENTAZIONE
A seguito della crisi finanziaria e delle gravi conseguenze che ne sono derivate sui sistemi finanziari e sulle economie reali dei Paesi occidentali, la riforma dei sistemi di gestione delle crisi bancarie, insieme a quella della supervisione bancaria, è al centro degli interventi di ri-regolazione del sistema bancario, allo scopo di rimediare alle profonde carenze poste in luce dagli eventi patologici occorsi. L’obiettivo dei policy makers è di dar vita a un più solido ed efficace quadro normativo e istituzionale europeo, che va sotto il nome di Unione Bancaria: un progetto di ampia portata, mirante a realizzare una soluzione strutturale alle frammentazioni e alle distorsioni dei sistemi bancari europei, che tuttora ostacolano la creazione di un effettivo mercato unico dei servizi finanziari.
La portata dell’intervento riformatore in atto è ampia; essa investe l’architettura istituzionale della supervisione bancaria e della gestione delle crisi, i poteri delle autorità, gli strumenti dell’azione amministrativa, con implicazioni rilevanti su vari profili di diritto commerciale e fallimentare, sui diritti soggettivi e sulla tutela giurisdizionale di essi.
Il presente lavoro è volto a indagare i molteplici profili innovativi del nuovo quadro normativo europeo che disciplina la materia della prevenzione e gestione delle crisi bancarie. Ne emerge un quadro d’insieme dei cambiamenti normativi e istituzionali, degli obiettivi, degli strumenti e dei riflessi sui vari attori, pubblici e privati, europei e nazionali, coinvolti nella materia.
L’analisi è focalizzata sul nuovo sistema di gestione delle crisi bancarie, ma essa parte - inevitabilmente - dalla materia che ne costituisce il presupposto imprescindibile, la regolamentazione e supervisione bancaria, considerato che gli interventi realizzati sui sistemi di gestione delle crisi sono resi possibili proprio dalla parallela e contestuale riforma degli assetti della supervisione bancaria. Nel nuovo modello la vigilanza bancaria e il crisis management si svolgono allo stesso livello: quello europeo. Diversamente, si sarebbe assistito a una dicotomia tra la responsabilità della supervisione, incardinata a livello europeo, e la gestione delle crisi su base nazionale, con gravi distorsioni nei processi decisionali e difficoltà nella realizzazione degli interventi.
Il volume serve quindi a fornire a operatori, studiosi, studenti delle discipline della banca e della finanza, una visione delle principali caratteristiche dei vari istituti giuridici e delle istituzioni nati con la riforma della regolamentazione bancaria; l’intento è di offrire spunti per ulteriori e più approfondite riflessioni per la sistemazione teorica del nuovo quadro normativo europeo, destinato a durare a lungo, come tutte le grandi riforme che seguono a sconvolgimenti rilevanti nella vita economica e sociale.
INDICE
Prefazione
Introduzione e sintesi
1. La crisi finanziaria e il progetto di Unione Bancaria
1.1 La debolezza del quadro normativo-istituzionale di gestione delle crisi bancarie prima della crisi finanziaria
1.2 I primi timidi (e faticosi) tentativi di regolazione europea dell’insolvenza bancaria
1.3 La risposta alla crisi finanziaria: il progetto di Unione Bancaria
2. Il primo pilastro dell’Unione Bancaria: il Meccanismo di Vigilanza Unico
2.1 Le tappe dell’evoluzione della vigilanza bancaria in ambito europeo
2.1.1 La prima fase: la riforma delle procedure di regolamentazione (il sistema Lamfalussy) e la logica della collaborazione e del coordinamento nella supervisione bancaria
2.1.2 La seconda tappa: il rafforzamento della cooperazione internazionale e la creazione di organismi di vigilanza europei secondo il progetto De Larosière
2.1.3 Il punto di arrivo: l’accentramento delle funzioni di vigilanza (il Meccanismo di Vigilanza Unico)
2.2 Il Meccanismo di Vigilanza Unico: i profili giuridici e istituzionali
2.2.1 Il riparto delle competenze tra BCE e Autorità di vigilanza nazionali
2.2.2 Il tema del potenziale conflitto di interessi tra la funzione di vigilanza e la politica monetaria. L’indipendenza e la separazione
2.2.3 I rapporti con l’EBA (European Banking Authority)
2.2.4 L’organizzazione della vigilanza condivisa
2.2.5 La fase preparatoria del SSM
2.2.6 Il ruolo della BCE nella gestione delle crisi bancarie
3. La riforma europea delle regole di gestione delle crisi bancarie: la direttiva sul risanamento e la risoluzione delle banche
3.1 Le nuove regole europee di gestione delle crisi
3.2 La costituzione di Autorità di risoluzione nazionali
3.3 Un rilevante elemento innovativo: il trattamento delle crisi dei gruppi cross-border. L’istituzione di collegi di risoluzione
3.4 Un nuovo approccio strategico: verso una visione completa e integrata per fronteggiare i fenomeni di crisi
3.4.1 Le misure di preparazione e di prevenzione
3.4.1.1 I piani di risanamento (recovery plans)
3.4.1.2 I piani di risoluzione (resolution plans)
3.4.2 L’intervento precoce (early intervention)
3.4.2.1 La definizione dei presupposti oggettivi (triggers) per l’intervento
3.4.2.2. La scelta degli strumenti di early intervention
3.4.3 La risoluzione (resolution)
3.4.3.1 In particolare, sui presupposti oggettivi dell’azione di risoluzione
3.4.3.2 I poteri dell’Autorità di risoluzione
3.4.3.3 Gli strumenti di risoluzione
A) Le soluzioni going concern (la cancellazione dei debiti e la loro conversione in capitale - bail-in)
B) Le soluzioni gone concern
B1) La vendita dell’attività d’impresa (sale of business)
B2) La costituzione di una banca-ponte (bridge-bank)
B3) La separazione bad bank-good bank
3.4.3.4 Gli strumenti di stabilizzazione pubblica
3.4.3.5 Le salvaguardie per i terzi
3.4.4 La liquidazione
3.5 Il finanziamento della risoluzione. La costituzione del fondo di risoluzione (bank resolution fund - BRF)
3.5.1 Il funding del fondo di risoluzione
3.5.2 L’utilizzo del fondo di risoluzione
3.5.3 L’intervento dei sistemi di garanzia dei depositi nella risoluzione
3.5.4 Il ricorso all’European Stability Mechanism (ESM)
3.6 Una sfida per il futuro: l’armonizzazione dei regimi di insolvenza
4. Il secondo pilastro dell’Unione Bancaria: dalle Autorità di risoluzione nazionali al Meccanismo Unico di Risoluzione delle crisi (Single Resolution Mechanism)
4.1 Il percorso normativo verso la centralizzazione della gestione delle crisi
4.2 L’attribuzione dei compiti di Autorità Unica di Risoluzione.La base giuridica6
4.3 Il meccanismo decisionale della risoluzione: un sistema farraginoso, ma forse inevitabile
4.4 La costituzione di un Fondo unico di risoluzione delle crisi
4.4.1 La dotazione finanziaria e il meccanismo di alimentazione del Fondo unico di risoluzione
4.4.2 L’accordo intergovernativo sull’accentramento delle risorse dei fondi nazionali nel Fondo unico di risoluzione
4.4.3 Il meccanismo di contribuzione al Fondo
4.4.4 Il rapporto tra il SRF e i sistemi di garanzia dei depositi
5. Il terzo pilastro dell’Unione Bancaria: lo schema unico di garanzia dei depositi
5.1 L’origine e l’evoluzione dei sistemi di garanzia dei depositi in Italia
5.2 La direttiva 94/19/Ce
5.3 I principali aspetti della disciplina dei sistemi di garanzia
5.3.1 Le banche partecipanti e la natura giuridica dei sistemi di garanzia
5.3.2 Il livello di copertura
5.3.3 Gli interventi
5.3.4 I rapporti con l’Autorità di vigilanza
5.3.5 Il finanziamento dei sistemi
5.4 La riforma della direttiva sui sistemi di garanzia dei depositi: dall’armonizzazione minima all’armonizzazione massima (una componente fondamentale del single rule book)
5.4.1 Il processo di riforma e le linee generali dell’intervento normativo
5.4.2 I tratti salienti della riforma
5.4.2.1 L’oggetto della garanzia, le procedure e i tempi del rimborso
5.4.2.2 Lo stress testing dei sistemi di garanzia
5.4.2.3 Il meccanismo di finanziamento
5.4.2.4 L’uso dei fondi dei sistemi di garanzia
5.4.2.5 I sistemi di tutela istituzionale
5.4.2.6 La collaborazione e lo scambio di informazioni tra DGS e altre Autorità nell’ambito della safety net 185
5.4.2.7 La cooperazione cross-border
6. Crisi bancarie e aiuti di Stato
6.1 Le regole generali in tema di aiuti di Stato
6.2 La disciplina speciale del settore finanziario
6.3 La Comunicazione della Commissione Ue del 2013
6.3.1 Il principio del burden sharing e la necessità di un piano di ristrutturazione della banca
6.3.2 La ricapitalizzazione e le misure a fronte di attività deteriorate
6.3.3 Le garanzie e il supporto di liquidità
6.3.4 Gli interventi dei sistemi di garanzia dei depositi
6.3.5 Gli aiuti alla liquidazione delle banche
6.4 Le prospettive dell’azione comunitaria: l’obiettivo della crescita
7. Il recepimento delle nuove regole nell’ordinamento italiano
7.1 La delicata opera di innesto delle nuove norme nel consolidato quadro normativo di gestione delle crisi: l’individuazione della più appropriata sedes materiae
7.2 L’individuazione dell’Autorità di risoluzione
7.3 I principi e gli obiettivi dell’azione di risoluzione
7.4 L’ampiezza e l’utilizzo degli strumenti: la flessibilità della direttiva e gli spazi di discrezionalità lasciati agli Stati membri. La combinazione tra vecchi e nuovi istituti
7.5 Le misure di tutela a favore dei soggetti incisi dalla risoluzione
7.6 Le scelte in materia di sistemi di garanzia dei depositi
Acronimi
Bibliografia