PRESENTAZIONE
C’è una patologia che si sta diffondendo e che contagia sempre più persone: è la tecnoeuforia il cui correlato dialettico è la tecnoretorica. Chi è colpito da questo grave disturbo non può trattenersi dall’enunciare con tono profetico verità incontestabili che il più delle volte riguardano l’imminente avvento di un mondo novissimo e l’ineluttabile estinzione del precedente.
Tra i più conclamati candidati alla catastrofe vi sono senza dubbio le banche e il banking nella sua attuale configurazione: quante volte abbiamo sentito preconizzare l’inevitabile sostituzione dei servizi e delle imprese bancarie con soluzioni e operatori più efficienti, più trasparenti, più convenienti, più rapidi, più performanti? Ma, come Mark Twain, le banche avrebbero ben potuto rispondere "Le notizie sulla mia morte sono decisamente esagerate": certamente molto cambiate, esse godono tuttavia ancora di buona salute. Non vi è dubbio, però, che i cambiamenti tecnologici hanno imposto cambiamenti radicali e rappresentano sempre una minaccia, oltre che un’opportunità, importante. Internet, in particolare, è per sua stessa natura profondamente disruptive per tutte le attività di intermediazione; sarebbe strano se ne restassero immuni le banche.
Così dopo quanto accaduto sul trading, e in parallelo con quanto avviene in materia di servizi di pagamento e advisory, anche nel campo della raccolta e dell’impiego delle risorse finanziarie vi sono grandi innovazioni: nato come un fenomeno essenzialmente social il crowdfunding sta acquistando peso crescente nella sua accezione più business: il peer-to-peer lending.
Questo volume fornisce una panoramica completa sul fenomeno descrivendone sviluppo, assetti istituzionali e normativi, illustrando le principali esperienze internazionali. Accanto alla componente descrittiva, certamente essenziale, vengono tuttavia fornite evidenze empiriche indispensabili per valutare la concreta realizzabilità e sostenibilità del peer-to-peer lending: un’ampia analisi relativa alla capacità di prezzare congruamente il rischio, nonché, utilizzando un campione di oltre 550 italiani, una riflessione in merito alla propensione a investire e a farsi finanziare dalle piattaforme di P2P. I risultati non sono forse quelli che i facili profeti di sventure o i cantori delle migliori sorti e progressive desidererebbero, ma indicano come, con tutte le cautele e i caveat del caso, il fenomeno rappresenti una prospettiva di grande interesse in rapida evoluzione e che merita quindi attenzione e puntuale monitoraggio.
INDICE
Premessa
1. Introduzione
2. Dal crowdfunding al peer-to-peer lending. Una proposta di classificazione
2.1 Le tipologie di crowdfunding
2.2 La crescita del mercato mondiale
3. I principali player internazionali. L’evoluzione delle piattaforme peer-to-peer
3.1 Il Regno Unito
3.2 Gli Stati Uniti
3.3 La Germania
3.4 La Francia
3.5 Il Nord Europa
3.6 Italia
4. Profili di regolamentazione
4.1 La normativa negli Stati Uniti
4.2 Le normative nei principali mercati europei
5. Rischio e pricing nel peer-to-peer lending
5.1 Rassegna della letteratura
5.2 Verifica empirica
5.2.1 Campione
5.2.2 Metodologia
5.2.3 Risultati
5.3 Tasso di interesse e rischio nel P2P lending. Qualche considerazione di sintesi
6. Le prospettive del peer-to-peer lending in Italia
6.1 Rassegna della letteratura
6.2 Verifica empirica
6.2.1 Il campione
6.2.2 Metodologia
6.2.3 Risultati
6.2.3.1 Il confronto tra la propensione a indebitarsi e a investire nel peer-to-peer lending
6.2.3.2 Le caratteristiche dei potenziali debitori nel peer-to-peer lending
6.2.3.3 Le caratteristiche dei potenziali finanziatori nel peer-to-peer lending
6.3 Le prospettive del peer-to-peer lending in Italia. Qualche considerazione di sintesi
7. Conclusioni
Bibliografia
Richiami normativi
Sitografia
Appendice