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Prefazione
Antonio Tajani
Presidente del Parlamento europeo
Con il suo approccio innovativo e interdisciplinare, il lavoro del professor Maurizio Baravelli offre un contributo originale e prezioso al dibattito sulle po- litiche per la crescita e la competitività, in Italia e in Europa.
L’Autore fornisce un’analisi lucida delle cause della crisi economica europea e offre interessanti spunti circa le sfide e le riforme con cui dobbiamo confron- tarci nei prossimi mesi.
Il punto cruciale della riflessione richiama il bisogno di più investimenti e innovazione per superare la crisi iniziata nel 2008. Concordo con questa impo- stazione e condivido la necessità di ripartire dall’economia reale per aumentare il tasso di occupazione, soprattutto tra i giovani.
Il Parlamento europeo lavora in questa direzione. Con la sua Risoluzione del 5 luglio 2017, la competitività riacquista centralità nelle politiche europee. Puntiamo al completamento del mercato interno digitale e dell’energia, a quello dei beni e dei servizi, a più investimenti in innovazione e formazione.
La stessa politica della concorrenza deve modernizzarsi senza ostacolare la nascita di campioni europei, indispensabili per competere con i giganti mondiali. La politica commerciale, a sua volta, deve rafforzare la base industriale e creare lavoro in Europa. Per questo, la nuova normativa antidumping, votata dal Parlamento a Strasburgo il 15 novembre 2017, delinea gli strumenti di dife- sa commerciale attraverso una chiara definizione delle distorsioni di mercato e
dell’onere della prova.
Maggiori investimenti in innovazione richiedono un sistema bancario e finan-
ziario che abbia una più forte capacità di assorbimento dei rischi. Per arrivare a quella che il professor Baravelli definisce “finanza per l’innovazione e lo svilup- po” abbiamo bisogno di un ampio processo di riforme, a partire dal completa- mento dell’Unione Bancaria e di quella dei capitali.
In questo contesto è importante che la condivisione e la riduzione dei rischi nelle banche procedano di pari passo. La stessa gestione dei crediti deteriorati deve avvenire in modo equilibrato, per non acuire le difficoltà delle banche e per non ostacolare la crescita.
Le “asimmetrie conoscitive” di cui ci parla il professor Baravelli rappresen- tano un freno ai processi d’innovazione, ristrutturazione e crescita delle impre- se. Esiste un gap di conoscenza che separa spesso le imprese che innovano dal mondo finanziario. Per colmare questo divario, le banche devono investire nel capitale umano, inserirsi nei network della conoscenza, accanto a Università e
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