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Processo del lavoro e tutela della salute alla prova dei tempi
ha riscritto in chiave evolutiva gli obblighi informativi cui è tenuto il datore di la- voro al momento dell’instaurazione del rapporto di lavoro – è una chiara testimo- nianza di quanto il mondo del lavoro, e con esso le sue regole di riferimento, sia profondamente mutato e come, quindi, le risposte normative che il legislatore è chiamato a dare scontino la profonda eterogeneità delle forme e dei modelli di la- voro che tendono ad affermarsi nei diversi contesti produttivi.
L’evoluzione del mondo del lavoro sotto la spinta dei nuovi processi sociali e tec- nologici è inoltre testimoniata dallo stesso «lavoro agile», introdotto dalla legge n. 81 del 2017, la cui espansione è stata favorita come risposta eccezionale al diffon- dersi dalla pandemia da COVID nel corso degli ultimi due anni e che, oggi, esauri- tosi il cosiddetto «stato di emergenza», numerosi contesti produttivi stanno adot- tando come modalità «ordinaria» di lavoro: la sua diffusione ed evoluzione appaio- no paradigmatiche del mutamento epocale avvenuto nel modo stesso di concepi- re il lavoro, che risulta profondamente cambiato in ragione delle opportunità che l’evoluzione tecnologica offre e che le esigenze sociali dei lavoratori e produttive delle imprese sollecitano.
A rendere complesso il quadro di riferimento è poi la circostanza, tipica del rap- porto di lavoro, che tra le fonti normative di riferimento troviamo tipologie diverse ed eterogenee rispetto alle quali si pone la necessità di una sintesi da parte del- l’interprete, in primis dello stesso giudice del lavoro. Su tutte, la contrattazione collettiva, con le sue regole, anche non scritte, soggetta a principi ermeneutici propri e diversi da quelli che sono alla base dell’interpretazione della norma di legge rispetto alla quale, tra l’altro, la contrattazione collettiva può talvolta porsi in un rapporto di natura derogatoria, in forza di specifiche «deleghe» legislative.
Tali considerazioni sottolineano quanto sia preziosa l’attività di coloro che favori- scono il dialogo tra i diversi attori nel processo, anzitutto tra i giudici che, per pri- mi, sono chiamati a fornire un indirizzo interpretativo di una materia che, non di rado, appare complessa e magmatica. E in questo, mi sia consentito ricordarlo con un pizzico di ambizione, anche Riviste come il Notiziario di Giurisprudenza del Lavoro possono assolvere un importante ruolo che è quello di fare sistema, for- nendo all’interprete uno strumento ulteriore di lettura organica, aggiornata e com- mentata degli indirizzi che la giurisprudenza esprime, nel tempo, sulle diverse te- matiche del diritto del lavoro, sindacale e previdenziale.
Dedicando una riflessione ai temi approfonditi negli atti del Convegno qui raccol- ti, senza alcuna pretesa di voler interferire nel pregevole lavoro introduttivo svolto dalla dott.ssa Ciriello – cui va tutto il nostro apprezzamento, sia come Rivista, sia come ABI – voglio sottolineare ancora una volta quanto iniziative seminariali co- me quella che si svolge ormai annualmente a Capri, appaiono preziose anche per le tematiche trattate, sempre di grande attualità e interesse.
Mi riferisco ai contributi dedicati alle prospettive di riforma del processo del lavo- ro, alle problematiche emerse nel corso della (appena conclusa) fase emergenzia- le legata al diffondersi della ricordata pandemia da COVID (con cui siamo chiamati ancora a convivere), caratterizzata da interventi normativi connotati da un elevato grado di eccezionalità (si pensi, tra i tanti, oltre al forte incentivo all’utilizzo del la- voro agile, alle vicende normative legate al progressivo inserimento dell’obbligo vaccinale anche nel rapporto di lavoro, pubblico e privato, alle misure di sostegno
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