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Quadro di contesto
L’ambiente macroeconomico nel quale hanno operato le banche europee nel periodo al quale fa riferimento il presente Rapporto è stato caratterizzato da un progressivo indebolimento dell’attività economica. In particolare, nel 2019 il PIL mondiale è cresciuto del 2,8%, registrando non solo una riduzione rispetto al 3,5% dell’anno precedente, ma soprattutto il tasso di crescita più basso dall’avvio della crisi finanziaria globale del 2008. Questo rallentamento ha interessato sia le economie avanzate, il cui tasso di crescita è passato dal 2,2% all’1,7%, sia quelle emergenti che hanno registrato una riduzione della crescita dal 4,5% al 3,7%.
Il forte rallentamento dell’attività economica è derivato principalmente dalle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, che hanno generato una cre- scente incertezza sugli scambi di beni e servizi a livello mondiale. Le tensioni si sono parzialmente attenuate alla fine del 2019, quando Stati Uniti e Cina hanno concluso un accordo che ha annullato alcuni degli aumenti tariffari de- cisi in precedenza. La Brexit ha rappresentato un altro fattore di incertezza che ha contribuito a rallentare la crescita economica. Ora che il Regno Unito ha lasciato l’Unione Europea, permane l’incertezza sulle caratteristiche spe- cifiche di un futuro accordo commerciale tra le due parti.
In tale contesto, lo sviluppo dell’attività economica nell’area dell’euro ha registrato un marcato rallentamento. Nel 2019 il PIL è cresciuto dell’1,3%, perdendo circa un terzo rispetto all’1,8% dell’anno precedente e sempre più lontano dal massimo post crisi finanziaria registrato nel 2017 e pari al 2,6%. Questo rallentamento è principalmente attribuibile alla marcata decelerazione dell’economia tedesca, dove la crescita del PIL si è quasi dimezzata passando dall’1,3% allo 0,6%. Evidentemente le tensioni commerciali hanno avuto un impatto maggiore sull’economia tedesca, caratterizzata da un modello di svi- luppo export-led. Il rallentamento è stato meno intenso in Francia, dove il PIL è cresciuto dell’1,5%, solo tre decimi in meno rispetto al 2018. Invece, in Italia la crescita del PIL ha perso quasi due terzi di slancio, fermandosi allo 0,3% rispetto allo 0,8% dell’anno precedente. Il rallentamento dell’atti- vità economica osservato nel 2019 ha progressivamente eliminato le pressioni inflazionistiche che stavano emergendo in alcune economie avanzate. Di con- seguenza, molte banche centrali – tra cui la FED e la BCE – hanno deciso di invertire il processo di normalizzazione della politica monetaria, introdu- cendo un nuovo ciclo di allentamento della politica monetaria.
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