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li. L’utilizzo di scoring ESG associato alla considerazione delle informa- zioni fornite dai produttori costitu- isce una soluzione anche al fine di ridurre il rischio di greenwashing a carico delle banche nell’attività di consulenza.
In taluni casi lo scoring ESG viene ap- plicato non solo al singolo prodotto di investimento, ma anche al porta- foglio complessivo a fine di rilevare il livello medio di sostenibilità di tale portafoglio.
Altre banche hanno invece adottato metodologie differenziate per asset
Nel mercato italiano il servizio di consulenza si caratterizza per esse- re fornito in modo diffuso con ap- proccio di portafoglio e, dunque, per l’adozione della valutazione di adeguatezza riferita non già al sin- golo investimento, bensì all’effetto prodotto da un investimento (o più investimenti realizzati in contempo- ranea) sulla composizione del porta-
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class, utilizzando le informazioni disponibili ricevute dai produttori (specialmente laddove appartenenti al medesimo gruppo e vi siano quindi condizioni di maggiore attendibilità) e da info provider esterni, l’aderenza agli indicatori SDG e, ove applicabile in base alla tipologia di prodotto, la conformità a framework di sosteni- bilità individuati dal mercato.
foglio complessivo del cliente. Tale impostazione, che rappresenta un’e- voluzione di quanto richiesto dalla MiFID II, è disciplinata dagli Orien- tamenti dell’ESMA sui requisiti di adeguatezza e ivi confermata dalla nuova versione anche con riferimen- to alle preferenze di sostenibilità. L’adozione della valutazione di ade- guatezza con approccio di portafoglio
Come integrare la valutazione di adeguatezza per gestire anche le preferenze di sostenibilità
Altre banche hanno invece adottato metodologie differenziate per asset class, utilizzando le informazioni disponibili ricevute dai produttori