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tualmente posto in garanzia. Tutti elementi che non solo qualificheranno la controparte e il finanziamento da questa richiesto ma inizieranno ad avere impatti sul pricing dei finanziamenti che saranno più interessanti a valere di una performance ESG più elevata.
In stretta correlazione con ciò che sta accadendo nell’ambito del credito van- no anche considerati i prossimi nuovi obblighi per le banche di rendicontare il loro grado di allineamento alla tassonomia UE, attraverso il GAR (Green As-
set Ratio) e il BTAR (Banking Book Taxonomy Alignment Ratio). Si trat- ta di KPI che andranno a misurare quanta parte degli attivi bancari è sostenibile secondo i criteri di vaglio tecnico delineati dal regolamen- to della tassonomia. Chiaramente le banche saranno valutate anche, e sempre di più, sulla base di tali performance, solo apparentemente non connesse a quelle finanziarie. Pertanto, si può affermare che le controparti a più forte connota- zione ESG avranno maggiore faci- lità di accesso al credito e un costo del denaro via via più interessante.
In linea con tale prospettiva il Gruppo ha anche valutato le emissioni GHG connesse ai propri attivi che rappresentano una misura determinante per la definizione di strategie di intervento sul portafoglio crediti in ottica di pro- gressivo contenimento e/o riduzione delle emissioni.
Ma non è finita qui.
CSDD, CSRD e PNRR
A febbraio scorso, infatti, la Commissione Europea ha approvato la proposta di Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDD) la quale stabilisce che le società che partecipano alle supply chains debbano adottare procedu- re di due diligence volte alla promozione di condotte aziendali sostenibili e attente alla tutela dell'ambiente e dei diritti umani. Ciò vuol dire che lungo la catena del valore le imprese di grandi dimensioni, destinatarie dirette del- la nuova Direttiva, dovranno chiedere informazioni e fare valutazioni, da cui il concetto di “due diligence”, sulle imprese che operano lungo la filiera. Per le imprese impreparate a rispondere a tali oneri informativi si porranno elementi di attenzione relativamente alla capacità, o meglio alla possibilità, di continuare a presidiare il mercato di riferimento.
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Le banche saranno valutate sempre di più sulla base della tassonomia UE, con parametri solo apparentemente non connessi alle performance finanziarie