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                Presentazione
mi di cui sono coautore e coeditor: Investimenti, innovazione e città; Investimenti, innovazione e nuove strategie di impresa. In queste opere viene affrontato il ruolo degli investimenti e dell’innovazione per uscire dalla crisi, e proposta l’idea di una “nuova politica industriale” per un programma di ripresa economica nell’U- nione Europea e in Italia.
Le riflessioni chi qui propongo sono anche frutto dell’attività di ricerca svolta nell’ambito del Laboratorio di Corporate e Investment Banking presso l’Univer- sità di Roma “La Sapienza”. Negli ultimi anni gli studenti del Laboratorio sono stati da me impegnati nello studio delle problematiche strategico-finanziarie del- la riorganizzazione del sistema produttivo, dell’innovazione delle imprese e degli investimenti per promuovere la ripresa. Lo scambio di opinioni e il confronto mi hanno consentito di mettere meglio a fuoco le idee che presento nel volume.
Il libro segue un approccio di analisi che potrei definire delle “scatole cinesi”. Ho assunto come quadro generale di riferimento i contributi, talvolta fra loro contrastanti, che animano il dibattito sul pericolo della depressione, sulla crisi dell’euro e sulle misure per rilanciare l’economia europea. In questo quadro la trattazione degli avvenimenti e dei fatti si intreccia con la visione teorica dei pro- blemi e delle soluzioni proposte dai macromodelli della crescita per, poi, seguire un percorso interdisciplinare che dal macro va al micro considerando i fattori di mercato, le relazioni territoriali e le teorie aziendali dello sviluppo. Nel cercare una sintesi faccio un percorso inverso, che dal micro ritorna al macro; in tal modo credo che emerga come gli interventi macro e micro possano integrarsi dimo- strandosi così complementari.
Questo approccio consente di mettere a fuoco non solo la debolezza delle po- litiche economiche e finanziarie fino a ora attuate in Italia e in Europa – visto che non sono riuscite a innescare la ripresa – ma anche gli aspetti legati a un sistema bancario e finanziario che non sempre risponde alle esigenze di un’economia che deve essere aiutata non solo a risollevarsi ma anche a trasformarsi.
Nel dibattito sulle determinanti del perdurare della crisi si è insistito molto in questi ultimi tempi sul credit crunch, sulla difficoltà delle banche di erogare credito a causa dell’elevato peso dei crediti deteriorati (non performing loan) e dell’aumento dei rischi che limitano l’espansione del credito. Ma la questione più rilevante è che il rilancio della crescita ha bisogno soprattutto del sostegno dell’innovazione che richiede da parte del sistema bancario e finanziario non solo una maggiore capacità di assorbimento dei rischi ma anche l’orientamento strategico verso questo tipo di attività con tutto quanto consegue sul piano dei servizi offerti, dei modelli operativi e delle risorse professionali.
Da questo punto di vista – sia in Italia sia in Europa – il sistema bancario e finanziario continua invece a essere posizionato sulle esigenze di un’economia che non è più quella che si sta trasformando e che, trovandosi attualmente ancora in una fase di transizione, deve essere accompagnata nel processo evolutivo e di cambiamento in atto. Occorre, quindi, una rifocalizzazione dei modelli di busi- ness delle banche, oltre che un riassetto strutturale dell’intero sistema finanziario che dia più peso alla “finanza per l’innovazione e lo sviluppo”. Questi “gap in- novativi” vanno colmati, perché non ci si deve illudere che i problemi siano stati
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