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                La gestione dei rischi finanziari e climatici. L’esperienza in una banca centrale
nibilità. Nella sua visione più ampia, la sostenibilità si basa sulla definizione for- mulata nel 1987 della Commissione Bruntland delle Nazioni Unite: “Lo sviluppo è sostenibile se soddisfa le esigenze del presente senza compromettere la capa- cità delle generazioni future di soddisfare le loro esigenze”. Questa visione, che implica un impegno per l’equità sociale fra le generazioni, nel tempo si è estesa per includere il perseguimento di equilibri ambientali e la parità di accesso ai servizi educativi, alla salute, all’esercizio dei diritti politici fondamentali per tutte le persone, come sancito nel 2015 dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. In am- bito economico e finanziario le tre principali dimensioni della sostenibilità sono quella ambientale, quella sociale e quella del governo delle imprese (in inglese Environmental, Social and Governance, da cui l’acronimo ESG). La dimensione più rilevante, per la sua scala globale e la sua portata, è quella ambientale e del cambiamento climatico. Nel 2015 l’Accordo sul clima di Parigi ha impegnato i governi firmatari a contenere la crescita media delle temperature “ben al di sot- to” dei 2 gradi centigradi rispetto ai livelli pre-industriali. Nel 2018 la Commis- sione europea ha varato il Piano d’Azione per la finanza sostenibile. La questio- ne climatica ha assunto priorità anche nell’agenda del G20. Sotto la Presidenza italiana nel 2021 il G20 ha riavviato i lavori del Gruppo di Studio sulla Finanza Sostenibile, che è stato trasformato in un gruppo di lavoro permanente e in gra- do di elaborare raccomandazioni ai paesi membri per promuovere la trasparen- za e la verificabilità delle informazioni sulla sostenibilità, nonché la valutazione dei modi per conseguire l’allineamento degli investimenti e dei progetti infra- strutturali agli obiettivi sostenibili.
Le banche centrali hanno intrapreso importanti iniziative congiunte per fron- teggiare i rischi climatici e cogliere le opportunità di una transizione ordinata verso un sistema economico e finanziario più sostenibile, tra cui la già ricordata istituzione dell’NGFS nel 2017. Nei mercati è cresciuta rapidamente la quota de- gli investimenti finanziari sostenibili, trainata dalla forte domanda degli investi- tori più consapevoli degli effetti dei fattori ESG sul valore dei propri portafogli. In questo quadro istituzionale e di mercato, la Banca d’Italia ha sviluppato le proprie analisi e le azioni utili a gestire i rischi legati alla sostenibilità. La recente esperienza durante la pandemia di Covid-19 ha confermato che gli investimenti attenti agli aspetti ESG sono più resilienti alle brusche correzioni di mercato, poi- ché la percezione del rischio da parte degli investitori li induce a spostarsi verso i titoli di imprese caratterizzate da un tipo di attività più stabile e sostenibile (Banca d’Italia, 2021b).
La politica degli investimenti sostenibili e la sua integrazione nel processo di allocazione strategica del portafoglio della Banca d’Italia sono l’argomento del capitolo 7, a cura di D. Di Zio, M. Fanari, S. Letta, T. Perez e G. Secondin. Vi si esaminano i metodi di ottimizzazione e gli interventi sulla selezione degli stru- menti finanziari, la costruzione dei portafogli e la verifica di robustezza delle in- dicazioni del modello per le differenti classi di attività. La selezione degli stru- menti finanziari ha comportato un miglioramento significativo dell’impatto am- bientale degli investimenti e una più efficace gestione dei rischi finanziari, in pre- senza delle importanti modifiche alla struttura del bilancio della banca centrale
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