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Introduzione
legate alle misure non convenzionali di politica monetaria. Sono state pertanto aumentate le attività finanziarie, quali le riserve valutarie e le azioni, che presen- tano le migliori proprietà di diversificazione rispetto all’ingente volume dei titoli di Stato nel portafoglio di politica monetaria; sono state inoltre privilegiate le azioni e le obbligazioni con la maggiore sostenibilità ambientale, sociale e di go- verno aziendale e a minore contenuto carbonico.
Come si confronta la performance di un portafoglio azionario sostenibile ri- spetto a quella di un portafoglio tradizionale? Gli studi empirici esistenti mostra- no che i portafogli sostenibili nel passato recente hanno in genere fornito rendi- menti aggiustati per il rischio migliori rispetto al portafoglio di mercato. Peraltro il punteggio ESG di una stessa azienda può differire significativamente a seconda dell’agenzia che lo assegna. Si osservano anche distorsioni nella determinazione dei punteggi ESG, che tendono a sovrastimare le società più grandi e quelle che operano in specifici settori o aree geografiche. Il capitolo 8, a cura di A.A.G. Lan- za, E. Bernardini e I. Faiella, esamina in che misura i rendimenti dei titoli azio- nari siano sensibili alle informazioni ESG e quali di queste informazioni siano più rilevanti per le quotazioni di mercato. Per analizzare a fondo i punteggi ESG sin- tetici, nel capitolo si ricorre a un approccio innovativo nell’ambito delle tecniche di machine learning (ML) per individuare quali delle metriche E, S o G siano più rilevanti nella scelta dei portafogli ottimali. A un vasto campione di società quo- tate dell’area dell’euro vengono applicate le tecniche di ML per analizzare oltre 200 metriche ESG fornite da due dei principali operatori del settore; vengono quindi individuati quegli indicatori che consentono di costruire portafogli otti- mali in termini di differenziali di rischio e rendimento. I risultati indicano che un investitore del mercato azionario europeo che nel 2016 avesse adottato il meto- do di ML proposto, negli anni successivi avrebbe conseguito in media un rendi- mento annualizzato significativamente superiore rispetto all’indice Euro Stoxx, utilizzando gli indicatori ESG individuati e anche tenendo conto del contributo dei modelli fattoriali più diffusi.
Il capitolo 9, a cura di D. Liberati e G. Marinelli, presenta un ampio lavoro di ricerca statistica sulle obbligazioni di tipo ESG emesse nel mondo e mostra l’e- voluzione dell’offerta, in forte crescita negli anni recenti grazie all’interesse degli investitori e alle iniziative congiunte delle principali piazze di mercato. In Italia le emissioni delle obbligazioni sostenibili hanno tenuto il passo con la dinamica dell’offerta globale; le obbligazioni ESG emesse dal settore privato rappresenta- no il 4% del totale del settore. Dal lato della domanda, le banche e le compagnie di assicurazione italiane detengono le quote più elevate di obbligazioni ESG, in gran parte emesse da non residenti. Le dinamiche globali concorrono a spiegare l’esistenza di un greenium (da green premium), vale a dire una differenza nega- tiva di rendimento atteso tra le obbligazioni sostenibili e quelle normali con ca- ratteristiche analoghe.
La molteplicità e l’eterogeneità degli indicatori di sostenibilità ambientale e climatica richiedono di fare un po’ di ordine tra le metodologie. L’ultimo capito- lo del volume, a cura di E. Bernardini, J. Di Giampaolo, I. Faiella, M. Fruzzetti, S. Letta, R. Loffredo e D. Nasti, illustra i metodi di misurazione dei rischi ambien-
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