13
Prefazione
2.
l’introduzione di processi amministrativi che, nel rispetto della tutela ambien-
tale, paesaggistica, storico-artistica, si svolgano in tempi certi e rapidi, rego-
lando ex ante le trasformazioni urbane aventi ad oggetto immobili pubblici
da riconvertire o nei quali è necessario introdurre nuove destinazioni d’uso.
In questo modo, ovvero stabilendo a monte i vincoli e le richieste di tutela
del bene, si offrirebbe un quadro certo per la realizzazione degli interventi.
Si dovrebbe, poi, passare da un modello di “previa autorizzazione” a quel-
lo della “responsabilizzazione e del controllo in itinere” per dare possibilità
all’iniziativa privata di porre in essere, nel rispetto delle tutele definite, le mi-
gliori iniziative per la conservazione attiva del bene immobile pubblico. Senza
dimenticare che le tutele pubblicistiche, in particolare quelle del Codice dei
beni culturali, si applicano a prescindere da chi è titolare del diritto di pro-
prietà ovvero del diritto di utilizzo;
3.
la riscoperta di negozi giuridici quali il diritto di superficie che consente la
bancabilità delle operazioni, senza nulla togliere al proprietario il quale può
(e nel caso dell’operatore pubblico deve!) disciplinare ex ante le possibilità di
utilizzo del diritto, rendendo noto, sin dal bando di gara per l’assegnazione del
diritto stesso, le modalità con il quale il diritto è concesso;
4.
la definizione di un programma per l’avvio di nuove iniziative sociali e impren-
ditoriali che utilizzino i beni pubblici, attraverso agevolazioni fiscali rivolte alle
diverse categorie di contribuenti (impresa di costruzione, imprese di produzio-
ne di beni e servizi, famiglie, operatori sociali). Tra le varie opzioni di caratte-
re generale che investono anche una riforma della disciplina dell’imposizione
fiscale sul patrimonio immobiliare, sarebbe opportuno prevedere un regime
fiscale agevolato sia con riferimento ai redditi prodotti dalle start-up sia con
riguardo al costo sul lavoro gravante sulle stesse. Questo in particolare quando
si vanno a realizzare interventi di carattere infrastrutturale di cui il Paese ha
bisogno per aumentare il tasso di crescita potenziale (scuole e carceri);
5.
l’utilizzo del Fondo centrale di garanzia, per rendere bancabili iniziative di
supporto allo sviluppo locale ovvero obiettivi di livello nazionale con l’utiliz-
zo di immobili pubblici (a titolo di esempio:
housing
sociale, scuole, carceri,
avvio di attività produttive).
Per governare davvero le potenzialità del patrimonio mobiliare pubblico, la
sfida che occorre vincere è quella di fare squadra. Ed occorre partire dall’orga-
nizzazione della Pubblica Amministrazione, dimostrando che la valorizzazione è
possibile anche senza cambiare le regole, implicitamente provando che – come
appena illustrato – occorre modificare la strategia che regola la valorizzazione
del patrimonio pubblico.
In questo senso la normativa approvata nel 2011 ha consentito all’Agenzia
del Demanio di mettersi a disposizione degli enti pubblici per raggiungere que-
sto scopo. Nel corso degli scorsi due anni, l’Agenzia del Demanio ha intrapreso
diverse iniziative.
La prima è stata di entrare a parte di una fondazione istituita dall’A
nci
per
costituire l’antesignano del soggetto pubblico a cui dovrebbe essere affidata l’at-
tività di coordinamento delle iniziative sul territorio.