La gestione del patrimonio immobiliare pubblico
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Successivamente è stato costituito, insieme con l’Agenzia delle Entrate e il
Comune di Bologna, un tavolo tecnico scientifico per analizzare, discutere e con-
dividere gli scenari futuri della gestione del patrimonio immobiliare. è compito
di questo organismo discutere e costruire soluzioni da proporre in modo da ren-
dere efficace l’attività di gestione del patrimonio pubblico.Al tavolo partecipano
lo Stato, gli enti locali e le associazioni di categoria del mondo imprenditoria-
le, le casse di previdenza, gli istituti di previdenza pubblica, la Cassa Depositi e
Prestiti. Le porte sono aperte a tutti gli
stakeholders
del settore.
Contemporaneamente, l’Agenzia ha avviato accordi con diversi enti terri-
toriali: il Comune di Torino, di Novara, di Firenze, di Bologna, con la Regione
Toscana e Lazio. Filo conduttore di queste iniziative è lo sviluppo sostenibile
delle città e la rigenerazione urbana senza ulteriore consumo di suolo. Si tratta
di operazioni dove la collaborazione pubblico-pubblico, necessaria per la realiz-
zazione di un interesse comune che nasce dalla valorizzazione dei beni immo-
bili pubblici (sviluppo del territorio per l’ente territoriale e migliore utilizzo del
patrimonio pubblico per gli altri enti coinvolti nei progetti) precede l’accesso al
mercato, che avviene solo se i progetti ne hanno le necessarie caratteristiche.
La stessa attività di collaborazione per lo sviluppo del patrimonio pubblico si è
realizzata nell’ambito del cosiddetto “federalismo culturale” (d.lgs. n. 85/2010) che
consente, attraverso la presentazione di progetti di sviluppo di beni di demanio sto-
rico artistico da parte degli enti territoriali, di tutelare il nostro patrimonio cultura-
le riaprendolo all’utilizzo sociale, nell’ambito di raccordo tra il Ministero dei Beni
Culturali, l’Agenzia del Demanio e il Comune sul cui territorio il bene si trova.
L’Agenzia, per le stesse finalità, ha promosso una manifestazione di interesse
per creare un progetto denominato “ValorePaese – Dimore” con lo scopo di co-
stituire e sviluppare la vocazione turistico culturale del nostro Paese. Lo scopo,
pienamente riuscito, era quello di coinvolgere in quest’iniziativa il patrimonio degli
enti territoriali per dare l’avvio a progetti di sviluppo del territorio. L’iniziativa
nasce dalle singole esperienze delle concessioni dellaVilla Tolomei a Firenze, della
DoganaVecchia di Molfetta (B
a
) e del Capo Spartivento a Domus de Maria (C
a
).
A partire da queste esperienze, sviluppatesi separatamente l’una dall’altra, sono
stati selezionati, attraverso un’azione di
asset management
, altri beni appartenenti
al demanio statale che rispondessero alle seguenti caratteristiche:
a.
pregio storico, artistico, naturalistico e paesaggistico;
b.
localizzazione in contesti ad elevata valenza turistico-culturale, anche in ra-
gione della presenza di importanti attrattori;
c.
strategicità ai fini della riqualificazione e del rilancio dell’offerta turistico-
culturale italiana;
d.
capacità di fare sistema, dando vita a un network – articolato in sub-reti tipo-
logiche (castelli, fari, ville storiche, conventi, caserme, ecc.), funzionali (hotel
della cultura, dimora storica, resort, punti di ristoro, centri di promozione del
Made in Italy, etc.), territoriali (Nord, Centro, Sud, Isole) – sul modello dei
Paradores di Spagna o delle Pousadas portoghesi.
Su questa idea progetto, non solo si è riusciti a costruire il fronte comune dei
diversi soggetti istituzionali a vario titolo coinvolti (dai Ministeri dei Beni e delle