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Prefazione
Attività Culturali e del Turismo, dello Sviluppo Economico e per la Coesione
Territoriale, ai Comuni, alle Regioni, fino alla C
dp
e al Credito Sportivo) con cui
si è dato vita, a livello nazionale, al Comitato tecnico istituzionale. Ma fondamen-
tale è risultato il riscontro ottenuto da parte del mondo privato, sia a livello as-
sociativo (Confindustria, A
ica
, Confcultura, Assoimmobiliare, F
ai
, Italia Nostra,
ecc.) che di singoli operatori immobiliari, turistico-alberghieri e anche finanziari.
Sulla base delle numerose manifestazioni di interesse, formali e informali, perve-
nute negli ultimi 12 mesi, si è potuto procedere all’individuazione di circa 40 ini-
ziative pronte dal punto di vista urbanistico-amministrativo. Degli oltre 160 im-
mobili candidati in meno di 8 settimane, almeno la metà – secondo le valutazioni
in fase di completamento – presenta caratteristiche utili per l’efficace avvio del
network. Nel medio-lungo periodo andrà verificata la possibilità di trasformare il
marchio “ValorePaese – Dimore”, in un vero e proprio brand commerciale, anche
nella prospettiva della creazione di una nuova catena alberghiera, con caratteri-
stiche e standard ispirati alla unicità degli immobili, dei siti e dei contesti di rife-
rimento, nonché alle specifiche modalità di intervento, riqualificazione dei beni
e gestione integrata dei servizi ricettivi e culturali. Il brand potrebbe prevedere
anche forme di affiliazione commerciale da parte di altri gestori alberghieri pri-
vati, allargando ulteriormente il network. Uno degli obiettivi del 2014 è proprio
quello di studiare il modello di business e gestione imprenditoriale del network,
a partire da alcune valutazioni in fase di completamento con Invitalia, sulla base
dell’esperienza maturata fino ad oggi, dei numerosi riscontri ottenuti e delle nuo-
ve occasioni di finanza immobiliare offerte dall’attuale quadro normativo.
L’obiettivo è uscire dalla fase pilota e costruire strumenti sistemici, operativi e
funzionali, all’attuazione di politiche di gestione dei portafogli immobiliari pub-
blici, con l’assunto che essi rappresentano un patrimonio di tutti. In questo senso
le collaborazioni con le principali università italiane possono consentire di speri-
mentare e attivare nuovi progetti, con modalità strutturate in modo da offrire al
mercato prodotti bancabili e allineati allo standard internazionale.
Quanto agli strumenti utilizzabili, è stato rilanciato lo strumento delle conces-
sioni, per “interventi di recupero, restauro, ristrutturazione anche con l’introdu-
zione di nuove destinazioni d’uso finalizzate allo svolgimento di attività economi-
che o attività di servizio per i cittadini, ferme restando le disposizioni contenute
nel codice dei beni culturali e del paesaggio”. Le concessioni (locazioni) a privati,
a titolo oneroso, assegnate con procedure ad evidenza pubblica, nel rispetto dei
vincoli previsti dal Codice dei beni culturali e per un periodo di tempo com-
misurato al raggiungimento dell’equilibrio economico-finanziario dell’iniziativa,
comunque non eccedente i cinquanta anni, rappresentano uno strumento ancora
poco utilizzato per assicurare lo sviluppo delle potenzialità del patrimonio im-
mobiliare pubblico. La concessione mostra la sua forza innovatrice (pur essendo
un tradizionale strumento giuridico utilizzato dalla Pubblica Amministrazione
italiana) nella valorizzazione avente forte connotazione sociale, quali ad esempio
le concessioni aventi ad oggetto immobili di interesse storico-artistico a soggetti
privati che si assumono l’onere del restauro e dell’apertura al pubblico o della
destinazione ad usi collettivi.